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Us Avellino, le 10 partite più belle della storia

Gli incontri memorabili della squadra biancoverde

C'è sempre l'occasione per poter parlare di sport. Con tutte le competizioni, di ogni ordine e grado, ferme a causa dell'emergenza coronavirus, abbiamo pensato di allietarvi con una rubrica amarcord settimanale, dedicata ai momenti indimenticabili e alle grandi imprese che hanno caratterizzato la storia delle due principali realtà sportive irpine, ossia l'Unione Sportiva Avellino e la Società Sportiva Felice Scandone.

Cominciamo, oggi, dalle dieci partite più belle della storia del club calcistico biancoverde, nato nel 1912. Nella Top 10 che abbiamo stilato, vi sono alcuni dei match più memorabili del periodo aureo (i dieci anni di Serie A), ma non solo: abbiamo deciso di inserire anche altre sfide che, per la bellezza, l'importanza della posta in palio e le emozioni che hanno suscitato nella tifoseria biancoverde, meritano di essere rievocate.

10° posto: Avellino-Gualdo 6-5 dcr (24 giugno 1995)

La nostra classifica inizia con la finale, in gara secca, dei playoff della Serie C1 1994-95, girone B, tra Avellino e Gualdo, valida per l'accesso in Serie B.

Allo stadio "Adriatico" di Pescara, i biancoverdi, guidati in panchina da Zibì Boniek, affrontano gli umbri, rivelazione del torneo, allenati dal tecnico di Montemarano, Walter Alfredo Novellino. I lupi irpini vanno in svantaggio, al 32', complice una rete di Pierpaolo Tomassini su calcio piazzato, ma a pareggiare i conti ci pensa Carmine Esposito su rigore, al secondo minuto della ripresa.

Dopo il pari dell'Avellino, la partita resta inchiodata sul punteggio di 1-1 e nemmeno i supplementari bastano a decidere la contesa. Si va, dunque, ai calci di rigore, dove l'estremo difensore biancoverde Marco Landucci riesce a neutralizzare l'ultimo tentativo dal dischetto, fallito da Massimo Costantini, e a mandare in visibilio gli oltre 10.000 supporters biancoverdi, giunti nella città abruzzese per festeggiare il ritorno in serie cadetta.

9° posto: Avellino-Napoli 3-0 (14 marzo 1982)

Facciamo un passo indietro, spostandoci immediatamente negli anni gloriosi della Serie A: quelli post terremoto, i più difficili per l'intera provincia ma, al tempo stesso, i più belli da un punto di vista sportivo.

Indimenticabili, in quel periodo, i derby contro il Napoli e, in particolar modo, la sfida valevole per la 22esima giornata del campionato di massima serie, stagione 1981-82. Allo stadio "Partenio", l'Avellino, guidato da Claudio Tobia (subentrato all'appena esonerato Vinicio), annienta i cugini con un perentorio 3-0.

Apre le marcature Maurizio Giovannelli, dopo soli quattro minuti, con un bellissimo goal che non dà scampo a Castellini. Il Napoli prova a reagire, incontrando sulla sua strada uno strepitoso Stefano Tacconi. Tra la fine del primo e l'inizio del secondo tempo si scatena Juary: il funambolico attaccante brasiliano va a segno, prima, al 44', con un colpo di testa che sorprende la difesa avversaria e poi, al 49', finalizzando una micidiale azione di contropiede che mette al tappeto i partenopei.

8° posto: Avellino-Modena 5-4 (28 gennaio 2006)

In una delle stagioni più controverse, ecco anche una delle partite più spettacolari della storia biancoverde. L'Avellino di mister Colomba, in piena lotta per non retrocedere, ospita il Modena di Maurizio Viscidi, in corsa per un posto nei playoff, nel match valevole per la 26esima giornata del campionato di Serie B 2005-06.

Si mette subito male per i lupi che, nel giro di sette minuti (25' e 32') vanno sotto di due reti, entrambe siglate da Cristian Bucchi. Al 37', Raffaele Biancolino accorcia le distanze dagli undici metri, fissando il punteggio sul momentaneo 1-2 al termine del primo tempo.

Nella ripresa, al 56', ci pensa ancora Bucchi a punire la compagine irpina ma, quattro minuti più tardi, viene seguito a ruota libera da Biancolino, autore di altre due reti al 60' e al 61': tripletta anche per il Pitone. Gli emiliani non ci stanno e, al 79', passano di nuovo in vantaggio, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, con Matteo Pivotto. Ma l'Avellino è davvero duro a morire e, prima con Francesco Millesi all'86' e, infine, con Tomas Danilevicius al 90', firmano il sorpasso decisivo: 5-4 e fischio finale dell'arbitro Rocchi.

7° posto: Avellino-Salernitana 2-1 (14 marzo 2004)

Tempi duri per i biancoverdi, allenati da Zdenek Zeman. L'allenatore boemo, infatti, non è riuscito a imprimere nel girone di andata quella filosofia di gioco spettacolare vista, una decina di anni prima circa, a Foggia. La stagione 2003-04 in Serie B risulta, dunque, essere compromessa, con l'Avellino che si barcamena tra l'ultima e la penultima piazza di un campionato destinato a concludersi con un'amara retrocessione.

Eppure, i lupi riescono a togliersi qualche soddisfazione, tra cui una clamorosa vittoria nel derby contro i rivali più odiati di sempre. Al "Partenio", nel match valevole per la 32esima giornata, la Salernitana va avanti, a inizio ripresa, con una rete del centravanti albanese Erjon Bogdani. L'Avellino sfodera tutto l'orgoglio che ha per provare a pareggiare l'incontro, ma la porta granata sembra essere stregata.

Poi, all'improvviso, l'epilogo che nessuno si sarebbe mai aspettato. All'88', su un'uscita avventata dell'estremo difensore avversario De Lucia, spunta Vitaly Kutuzov, che appoggia in rete, portando il punteggio sull'1-1. Dopo appena sessanta secondi, su un lancio di Antonio Nocerino, l'attaccante bielorusso approfitta di uno svarione difensivo e supera di nuovo De Lucia con un pallonetto che fa impazzire di gioia il pubblico irpino.

6° posto: Crotone-Avellino 0-1 (11 maggio 2003)

L'emozionante tuffo nei bei ricordi continua con un'altra promozione dalla C1 alla B, stagione 2002-03. Allo stadio "Ezio Scida", Crotone ed Avellino si affrontano per l'ultimo atto della regular season: ai biancoverdi, primi in classifica, basta un successo per festeggiare perché, in caso di arrivo a pari punti con il Pescara, a essere premiati sarebbero gli irpini per gli scontri diretti favorevoli (1-0 al Partenio, 1-2 all'Adriatico).

E il trionfo, per i ragazzi allenati da mister Vullo, non tarda ad arrivare. In assenza del bomber di annata, Gigi Molino, out per squalifica, ci pensa Salvatore Marra, al 7' del primo tempo, a decidere un incontro che sancisce il ritorno in serie cadetta dei lupi, dopo ben sette anni.

Il match verrà ricordato, in particolare, per la sensazionale invasione di tifosi biancoverdi nella città calabrese: uno scenario che costringerà gli ultrà del Crotone a spostarsi in un unico settore e a lasciare i restanti tre quarti dello stadio "Scida", inclusa la loro curva, ai supporters irpini.

5° posto: Avellino-Foggia 3-0 dts (17 giugno 2007)

Ancora un match in chiave promozione nella nostra speciale classifica. Siamo all'ultimo round dei playoff di Serie C1, stagione 2006-07: l'Avellino di mister Giovanni Vavassori è chiamato a ribaltare l'1-0 incassato nella gara di andata della finalissima contro il Foggia, di fronte a un "Partenio-Lombardi" gremito in ogni ordine di posto.

Fin dall'inizio del match, i lupi aggrediscono i satanelli, ma non riescono a sfondare la retroguardia pugliese. La partita assume contorni drammatici e l'espulsione di Raffaele Ametrano lascia presagire la fine. Ma, a un minuto dal termine del tempo regolamentare, un'altra pagina di storia sta per essere scritta da un protagonista inedito: Rivaldo, calciatore paraguaiano che, durante l'arco dell'intera stagione, si era ritagliato soltanto qualche spezzone di gara, calcia in rete, al volo, un pallone messo fuori da un difensore in maglia rossonera, trafiggendo l'estremo difensore Marruocco e riaprendo incredibilmente i giochi.

Si va, quindi, ai supplementari, dove l'Avellino non si accontenta del vantaggio di avere una posizione di classifica migliore del Foggia e punisce gli avversari, prima con Raffaele Biancolino e poi, con Felice Evacuo, entrambi su penalty: 3-0 finale e i lupi tornano in Serie B.

4° posto: Udinese-Avellino 2-6 (15 marzo 1987)

Ritorniamo, per un attimo, nell'era della Serie A, per raccontare la più larga vittoria esterna della storia dell'Avellino in massima serie: il roboante 2-6 rifilato all'Udinese nell'incontro valevole per la 22esima giornata della stagione 1986-87.

Allo stadio "Friuli", non c'è storia, con i biancoverdi che, alla fine della prima frazione, conducono già con il punteggio di 0-4, grazie alle reti di Benedetti al 6', Bertoni al 10', Alessio al 34' e Schachner al 35'. Nella ripresa, l'incontenibile centravanti austriaco va di nuovo in goal, dribblando una serie di giocatori in maglia bianconera e segnando la quinta marcatura di giornata per i biancoverdi. All'85', arriva la doppietta anche per Paolo Benedetti, a intervallare i due goal di marca friulana, a opera di Chierico e Collovati.

La stagione 86-87 sarà ricordata da tutti i tifosi biancoverdi non solo per questo straordinario successo, ma anche per essere quella in cui gli uomini di mister Vinicio riusciranno a raggiungere il miglior piazzamento di sempre in Serie A, ossia l'ottavo posto a quota 30 punti

3° posto: Avellino-Napoli 2-1 (19 giugno 2005)

Eccoci arrivati al podio dove, sul gradino più basso, troviamo un altro, storico match contro il Napoli. I tempi sono cambiati, sia i biancoverdi che i partenopei sono ormai ben lontani dalle storiche sfide in Serie A rappresentate simbolicamente dal confronto tra i due fuoriclasse argentini, Ramon Angel Diaz e Diego Armando Maradona. Eppure, questa sfida ha un sapore ancora più particolare, perché rappresenta il trionfo di un'intera provincia, contro una realtà calcistica, di gran lunga, più grande e rilevante nel panorama calcistico, non solo nazionale.

Gara di ritorno della finale playoff del campionato di Serie C1, stagione 2004-05: l'Avellino, allenato da Francesco Oddo, può giocare per due risultati su tre, in virtù dello 0-0 dell'andata al "San Paolo" e di un miglior piazzamento in classifica nella stagione regolare. D'altro canto il Napoli, appena reduce dalla pagina nera del fallimento avvenuto nell'estate del 2004, vuole compiere immediatamente il salto di categoria per abbandonare, dopo appena un anno, una categoria troppo stretta per l'intera piazza partenopea.

Ma gli uomini di Edy Reja non riusciranno a ribaltare la situazione. La "Legge del Partenio" si abbatte sul destino degli azzurri, con l'Avellino che non si accontenta e sale in cattedra, grazie alle reti di Raffaele Biancolino al 38' e di Vincenzo Moretti (su rigore) al 47'. Non basta, ai cugini, il goal di Roberto Sosa al 72' e il disperato forcing finale. I lupi tornano in B, dopo un anno di terza serie.

2° posto: Avellino-Milan 4-0 (11 settembre 1983)

La nostra medaglia d'argento va a quella che, indubbiamente, può essere considerata come la vittoria più inaspettata ed eclatante conseguita dall'Avellino negli anni di militanza in Serie A. In quel periodo, tutte le squadre, persino la Juventus, temevano la già citata "Legge del Partenio" che non ha mai risparmiato nessuno, nemmeno il Milan di Ilario Castagner, appena tornato in massima serie, dopo la cocente retrocessione in Serie B nel 1982.

La prima giornata della stagione 1983-84 vede, dunque, contrapporsi biancoverdi e rossoneri, con un epilogo che neanche il più bravo degli scrittori avrebbe mai immaginato: due reti per tempo per i ragazzi di mister Veneranda, che strapazzano il diavolo con una grande prova di forza. Apre le danze Alberto Bergossi, al 31', seguito dal peruviano Geronimo Barbadillo otto minuti più tardi. Al 68', ancora Bergossi, dopo una strepitosa azione solitaria sulla sinistra, fa partire una conclusione imparabile per il portiere rossonero Nuciari. Lo show dei lupi termina all'80', con Franco Colomba che pone il sigillo sul definitivo 4-0.

Comincia nel migliore dei modi la sesta stagione consecutiva in massima serie per l'Avellino, che giungerà, a fine campionato, a ottenere un'altra, preziosa salvezza.

1° posto: Sampdoria-Avellino 0-1 (11 giugno 1978)

La medaglia d'oro di questa speciale classifica non può non andare alla partita che ha cambiato, per sempre, la storia del club biancoverde: la partita che ha permesso, per la prima volta, alla realtà calcistica irpina di affacciarsi al calcio che conta, al suo settantaseiesimo anno di vita.

Ultima giornata del campionato di Serie B, stagione 1977-78: al "Luigi Ferraris" di Genova, si affrontano Sampdoria e Avellino. I biancoverdi, guidati da Paolo Carosi, hanno l'opportunità di tagliare un traguardo epocale, dopo un esaltante cammino che li vede posizionarsi al terzo posto, a due punti di vantaggio dal Monza. Ora, per coronare il sogno, basta battere i blucerchiati e, per l'occasione, la compagine irpina è seguita da oltre 8.000 sostenitori.

Dopo un primo tempo a reti inviolate, al 54' arriva la rete che manda in Paradiso i lupi: il tiro da fuori area di Mario Piga si insacca alle spalle del portiere doriano Cacciatori, regalando all'Avellino la promozione in Serie A. In città e in tutta l'Irpinia esplode la festa.

Anche il resto, poi, sarà storia, quella che abbiamo raccontato in questo speciale amarcord.


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