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Us Avellino, i 10 gol più belli della storia

Le giocate indimenticabili dei campioni che hanno vestito la maglia biancoverde

Terzo appuntamento della rubrica amarcord settimanale, dedicata alle imprese memorabili e ai momenti più belli che hanno caratterizzato la storia delle due società irpine più importanti, ossia l'Unione Sportiva Avellino e la Società Sportiva Felice Scandone.

Micidiali fiondate, serpentine da capogiro, azioni solitarie e conclusioni da distanze impossibili. Il gol è il momento topico di un incontro di calcio, quell'attimo che può mandare in visibilio un'intera tifoseria, in un vortice di gioia ed emozioni che può essere tanto più intenso e coinvolgente, quanto più alta è la posta in palio e più difficile l'obiettivo da centrare, ovvero lo specchio della porta.

L'appuntamento di oggi è dedicato, dunque, ai 10 gol più belli della storia calcistica biancoverde, quelli rimasti impressi nel cuore e nella mente dei tifosi irpini, dai tempi della Serie A ai giorni nostri. Andiamo a scoprirli insieme.

10° posto: Ramon Diaz (Avellino-Napoli 1-0, stagione 1983-84)

Ad aprire la Top 10 delle reti che hanno segnato la storia del club biancoverde, troviamo la conclusione imparabile, da calcio piazzato, dell'attaccante argentino Ramon Angel Diaz, marcatura che decide il derby contro il Napoli della diciannovesima giornata del campionato di massima serie, stagione 1983-84.

L'ex di turno mette la firma sulla sfida contro i partenopei già al sesto minuto del primo tempo: dopo essersi procurato un calcio di punizione da distanza ravvicinata, sull'out di destra, il centravanti che, qualche tempo prima, aveva disputato con l'Albiceleste il Mondiale dell'82 in Spagna, segnando peraltro nella sfida contro il Brasile, disegna una parabola sulla quale Castellini non può far nulla. Un gol a dir poco bellissimo, che risuona quasi come un atto di vendetta da parte dello stesso Diaz, scaricato, proprio nella stagione precedente, dal Napoli, a causa di un'annata ritenuta al di sotto delle aspettative (25 presenze e 3 reti nella stagione 1982-83).

Sarà tra le fila dei lupi, invece, che Ramon troverà il suo momento di esplosione nel calcio italiano ed europeo, mettendo a segno 22 reti in 78 incontri tra il 1983 e il 1986.

9° posto: Raffaele Biancolino (Avellino-Napoli 2-0, stagione 2004-05)

Ancora una volta, il Napoli a essere immolato sull'altare, in qualità di vittima sacrificale dell'Avellino. Cambia, questa volta, l'autore della prodezza che si posiziona al nono posto della nostra classifica: Raffaele Biancolino.

Ventiduesima giornata del campionato di Serie C1, girone B, stagione 2004-05: il "Partenio-Lombardi" è già una bolgia, dopo la rete del vantaggio siglata da Massimo Rastelli al 31' della ripresa. Cinque minuti più tardi, il Pitone si rende protagonista con un'azione che rimarrà per sempre impressa nella memoria dei tifosi biancoverdi: su un lancio dalla destra di Vincenzo Fusco, il centravanti biancoverde riceve palla, bruciando sullo scatto, e di astuzia, Ignoffo. Dribbling sontuoso ai danni di Scarlato e, infine, tocco morbido a superare un incolpevole Gianello, in uscita, per un goal che fa letteralmente impazzire i supporters irpini.

Un'iniziativa da incorniciare per Biancolino, che chiude la contesa e va sotto la Curva Sud a esultare con la sua consueta danza.

8° posto: Vincenzo Moretti (Avellino-Taranto 1-0, stagione 2006-07)

In ottava piazza, ecco la perla su punizione di Vincenzo Moretti, terzino sinistro che ha militato nell'Avellino tra il 2004 e il 2007, (esclusa una breve parentesi al Genoa per sei mesi nel 2006), incantando i tifosi biancoverdi con i suoi calci piazzati potenti e i suoi bolidi imprendibili dalla distanza, grazie ai quali si è guadagnato, spesso e volentieri, l'appellativo di "Roberto Carlos dei lupi".

A essere premiata in questa speciale classifica è la sua conclusione da distanza e da posizione, letteralmente proibitive, nella sfida playoff della stagione 2006-07 contro il Taranto (campionato di Serie C1, girone B). Il risultato è inchiodato sullo 0-0 e l'Avellino, in virtù della sconfitta maturata allo stadio "Iacovone" all'andata (1-0), nutre il necessario e disperato bisogno di un gol che varrebbe la qualificazione in finale, grazie alla miglior posizione ottenuta in regular season (irpini secondi, ionici quinti).

A risolvere la questione sarà proprio Moretti, a 4' dal termine del tempo regolamentare: il terzino della compagine irpina, da circa trenta metri, fa partire una conclusione micidiale che nessuno, in area, riesce a deviare, nemmeno il portiere Barasso, trafitto da una rete a dir poco magnifica. 

Esplode di gioia il pubblico del "Partenio-Lombardi": grazie alla marcatura salvifica di Vincenzo "Bum-Bum" Moretti, l'Avellino approda in finale, dove affronterà il Foggia nella finale che tutti conosciamo.

7° posto: Salvatore Fresta (Siracusa-Avellino 2-1, stagione 1994-95)

Alla settima posizione, ecco uno dei calciatori più idolatrati dalla tifoseria biancoverde: Salvatore Fresta. I destini della compagine irpina e dell'attaccante romano si sono incrociati, in vari momenti, tra gli anni novanta e i primi anni del duemila, segno di un amore reciproco e viscerale che neanche il tempo è riuscito a dissolvere.

Di Totò Fresta e del suo trascorso ad Avellino, non si può dimenticare il meraviglioso gol siglato nella gara di andata della semifinale dei playoff di C1 contro il Siracusa, stagione 1994-95, disputatasi al "Granillo" di Reggio Calabria. Con gli uomini di mister Boniek, sotto di due reti, il centravanti biancoverde riceve palla e, dopo essersi incuneato tra una serie di avversari della compagine siciliana, scaglia una sassata all'incrocio che ridà speranza agli irpini, in un momento di estrema difficoltà.

Il match terminerà sul punteggio di 2-1 in favore dei padroni di casa, ma l'Avellino riuscirà a riscattarsi al ritorno, grazie proprio a Totò Fresta, marcatore della rete che permetterà ai lupi di approdare nella finale di Pescara contro il Gualdo.

6° posto: Gaetano Calvaresi (Avellino-Salernitana 1-0, stagione 1995-96)

"Stop di petto e tiro al volo". Con questa affermazione, in molti, ricordano la celeberrima prodezza di Gaetano Calvaresi che decide il derby contro la Salernitana nella stagione 1995-96 in Serie B.

Al "Partenio-Lombardi", va in scena un match combattuto e da una carica adrenalinica non indifferente. C'è bisogno, però, di un colpo di genio per sbloccare un incontro che, pare, essere destinato a un pareggio a reti bianche.

Al 17' del secondo tempo, il mister dei lupi, Corrado Orrico, sostituisce Carmine Esposito con Gaetano Calvaresi. Bastano appena sessanta secondi al neoentrato calciatore biancoverde per entrare nel cuore dei tifosi biancoverdi: su un lancio lungo in area, Bortoluzzi crea la sponda per il bomber, Pasquale Luiso, intercettato però da Facci. E' qui che irrompe Calvaresi, stoppando di petto la sfera e fulminando l'estremo difensore dei granata, Chimenti, con un tiro di prima intenzione diretto verso l'incrocio dei pali.

E' festa, in campo, per i giocatori biancoverdi e, sugli spalti, per il popolo irpino: grazie a una magia di Calvaresi, l'Avellino batte la Salernitana con il punteggio di 1-0.

5° posto: Giovanni Stroppa (Palermo-Avellino 1-1, stagione 2003-04)

A metà della nostra classifica, troviamo la memorabile conclusione, da quasi 50 metri, di Giovanni Stroppa nella sfida tra Palermo e Avellino di Serie B, stagione 2003-04. Un'annata, per i lupi, davvero difficile, conclusasi con un'amara retrocessione e con un ricordo, altrettanto negativo, dell'unica esperienza del maestro boemo Zdenek Zeman sulla panchina biancoverde.

Eppure, ai tifosi di più lunga memoria, ritornerà in mente, ancora oggi, la magnifica rete segnata dall'ex calciatore di Milan e Piacenza allo stadio "Renzo Barbera", in occasione della 26esima giornata di campionato. I lupi, passati in svantaggio a causa di un marcatura del futuro campione del Mondo, Luca Toni, trovano la rete del pari con un'invenzione illegale dell'esperto centrocampista che, dopo aver scorto il portiere rosanero Berti leggermente fuori dai pali, fa partire, da una posizione appena poco avanti la metà campo, un pallonetto imprendibile che carambola sul palo sinistro, prima di terminare la corsa in rete.

Una piccola, grande gioia per i supporters biancoverdi accorsi in Sicilia e per la compagine irpina che strappa un insperato pari contro la prima della classe.

4° posto: José Guimaraes Dirceu (Avellino-Fiorentina 2-1, stagione 1986-87)

Ecco, ai piedi del podio, la magia su punizione di uno dei giocatori più forti mai visti in Irpinia: José Guimaraes Dirceu, centrocampista brasiliano che ha disputato ben tre fasi finali della Coppa del Mondo con la Seleçao (1974, 1978 e 1982) ed ex calciatore dell'Atletico Madrid, oltre che di Verona, Napoli, Ascoli e Como.

Conosciuto, in patria, come la "Formiga", appellativo dovuto alla sua instancabile forza che gli permetteva di vincere qualsiasi contrasto nella mediana e, nel nostro Paese, come lo "Zingaro", per via delle numerose squadre italiane in cui ha giocato, Dirceu è anche un abile tiratore di calci piazzati. Lo stadio "Partenio-Lombardi" si innamora letteralmente della classe e della potenza del fantasista verdeoro, già alla prima giornata di campionato della Serie A 1986-87, dove a farne le spese è la Fiorentina.

I biancoverdi passano in vantaggio al 27': è proprio Dirceu a prendere la rincorsa e a trafiggere l'estremo difensore Landucci con una punizione micidiale. Otto minuti più tardi, arriva il pareggio dell'ex, Ramon Diaz, interrotto da un'altra, strepitosa invenzione del centrocampista brasiliano a 4' dal termine dell'incontro. Da distanza ancora più proibitiva, e sempre su calcio piazzato, Dirceu calcia con tanta potenza e precisione la palla da rendere praticamente vani l'intervento di Landucci e la presenza di un difensore in maglia viola sulla linea di porta. Un goal straordinario, che esalta l'esperienza e la precisione di un campione diventato, già alla prima di campionato, l'idolo della tifoseria irpina.

Il ricordo di questa rete è, senza dubbio, il miglior tributo alla memoria di José Guimaraes Dirceu, morto il 15 settembre 1995, a causa di un incidente stradale, a soli 43 anni.

3° posto: Angelo Colombo (Avellino-Verona 2-1, stagione 1984-85)

Eccoci qui, sul podio di questa speciale Top 10 dove, sul gradino più basso, al terzo posto, troviamo l'incredibile rete con cui Angelo Colombo decide la sfida tra Avellino e Verona, valevole per la quindicesima giornata del campionato di Serie A, stagione 1984-85.

In un "Partenio-Lombardi" ai limiti della praticabilità, a causa di una copiosa neve che si è abbattuta nei giorni precedenti sul capoluogo irpino, il giovane centrocampista destinato, qualche anno dopo, a vestire la maglia del Milan e a vincere con i rossoneri i trofei calcistici più prestigiosi, estrae il coniglio dal cilindro: una perla calciata di prima, dalla distanza, con una precisione sopraffina, tale da sorprendere l'estremo difensore degli scaligeri, Garella, rimasto inerme di fronte a una conclusione inaspettata ma, semplicemente, perfetta. E' il minuto 84 e l'Avellino, con questa prodezza, infligge all'Hellas di mister Osvaldo Bagnoli la prima e unica sconfitta in trasferta di un'esaltante stagione che culminerà con la storica conquista dello scudetto da parte della compagine veneta.

In questo video che vi proponiamo, è possibile ammirare, tra gli highlights dell'incontro, lo splendido gol di Angelo Colombo.

2° posto: Paolo Benedetti (Avellino-Inter 1-0, stagione 1985-86)

La nostra medaglia d'argento va alla strepitosa rovesciata con cui Paolo Benedetti sancisce il successo dell'Avellino sull' Inter, nel match valevole per la 18esima giornata del campionato di massima serie, stagione 1985-86.

In quello che è stato definito, da molti esperti e appassionati irpini, come il gol più bello mai visto in Serie A ad opera della compagine biancoverde, vi è tutto l'estro e la classe del centrocampista pisano, alla sua prima stagione con la maglia dei lupi. Tempismo e fiuto del gol permettono a Benedetti di sfuggire alla marcatura di Beppe Bergomi e di coordinarsi perfettamente, sull'assist di Agostinelli, con un colpo di genio che riesce a violare, al 30' della ripresa, la porta difesa dall'estremo difensore Walter Zenga.

Una rete e una vittoria che, ancora oggi, restano impresse nella mente dei tifosi biancoverdi di più vecchia data e che vale proprio la pena di riapprezzare, anche da svariate angolazioni.

1° posto: Rivaldo Gonzalez Kiese (Avellino-Foggia 3-0 dts, stagione 2006-07)

Un gol che sfida le leggi della fisica e che basta, da solo, per risolvere, miracolosamente, una contesa che sembrava destinata a un tanto triste, quanto atroce epilogo. Abbiamo già avuto modo di rievocarla nel corso del primo appuntamento con le 10 partite più belle della storia dell'Us Avellino, ma non ci stancheremo mai di apprezzare la straordinaria perla di Rivaldo Gonzalez Kiese nel match di ritorno della finale playoff contro il Foggia (3-0 dts), medaglia d'oro di questa speciale classifica.

In una partita a dir poco drammatica, con i lupi che non riescono a sbloccare la gara e i satanelli sempre più vicini a guadagnarsi l'accesso in Serie B, arriva la rete che, ormai, nessuno più si aspettava. Manca una manciata di secondi al novantesimo: calcio d'angolo per l'Avellino, è davvero l'ultima speranza per provare a raddrizzare la situazione (all'andata, il Foggia si è imposto 1-0 e il pari che sta maturando vuol dire fine del sogno promozione per gli irpini). Il corner viene neutralizzato dalla retroguardia pugliese, ma la sfera ritorna sui piedi di Vincenzo Moretti che crossa nuovamente, con un difensore avversario che, di testa, mette fuori dall'area di rigore. 

E', a questo punto, che arriva la magia di Rivaldo: il trequartista paraguaiano, di prima intenzione, calcia con potenza, precisione e freddezza, fuori dal comune per un calciatore abituato a giocare pochissimi minuti di gara, in un momento così concitato della partita e con una posta in palio così elevata.

Il tentativo, finanche eroico, di Marruocco di evitare il peggio è inutile. La palla va in rete, lo stadio "Partenio-Lombardi" esplode. C'è gente che urla, piange, sventola sciarpe e bandiere per alcuni minuti, ininterrottamente. E' il gol della liberazione, un gol che vale la Serie B (anche se, poi, l'Avellino ne farà altri due nell'extra time).

Semplicemente, il gol più importante e bello della storia dell'Us Avellino, impossibile da non ricordare. E che, ancora una volta, vi facciamo rivedere.


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