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La Vampaleria di Sant'Andrea a Gesualdo

A partire dalle ore 18.00 di sabato 30 novembre 2018, si rinnoverà a Gesualdo la devozione verso Sant’Andrea Apostolo con il Rito dei Falò che illumineranno il borgo in provincia di Avellino.

Il Culto del Santo si radicò a nella cittadina sul finire del '500 quando Eleonora Gesualdo, badessa del Monastero del Goleto, donò al fratello, il Principe Carlo, il braccio di Sant'Andrea che, da allora, fu adorata come sacra reliquia, tutt'ora incastonata in una piccola scultura rivestita in argento, e custodita e venerata nella Chiesa Madre di San Nicola.

Sant’Andrea Apostolo, inoltre, incarna nella cultura popolare gesualdina il simbolo della luce che rompe le tenebre esorcizzando la paura del cupo inverno alle porte.

Agli inizi dell’800 un grande albero di tiglio, allora posto nell’odierna Piazza Umberto I, fu abbattuto per ricavare il legno necessario alla realizzazione di una statua da dedicare al santo della croce.

Il legno che avanzò fu ammassato su una pila e fu dato alle fiamme per un grande falò (Vampàleria, in dialetto gesualdino).

Da allora, questo rito si rinnova ogni anno, senza mai fermarsi neanche di fronte ai drammi dei vari terremoti o delle guerre, perché insito nell’animo gesualdino e nelle sue credenze.


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