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Il Borgo dei filosofi fa tappa a Rocca San Felice

Domenica 26 settembre alle 17:30, Il Borgo dei Filosofi fa tappa a Rocca San Felice per il settimo appuntamento, dal titolo "Dante della giustizia e della pena". Il festival a cura della Fondazione Sistema Irpinia e della Provincia di Avellino, ospiterà Massimo Adinolfi e Antonio Del Castello, moderati da Andrea Salvo Rossi.

MASSIMO ADINOLFI insegna Filosofia teoretica all’Università Federico II di Napoli. È direttore della rivista semestrale di filosofia “Il Pensiero”, con V. Vitiello, e dirige la Scuola di Politica “PoliMiNa” della Fondazione Salvatore. È stato per un biennio Consigliere del Ministro della Giustizia Andrea Orlando. È editorialista de “Il Mattino” di Napoli e collabora con Il Messaggero, il Foglio, Huffington Post. Ha in uscita per Mondadori il libro “Filosofia degli scacchi”.

Quanto siamo vicini, o quanto siamo lontani dall’idea di giustizia che anima la Divina Commedia? Gli studiosi di Dante, ma anche i suoi semplici lettori, sono spesso indotti a chiedersi se la grandezza poetica dell’opera guadagni o perda qualcosa per la distanza – storica, culturale, spirituale - dalla quale viene oggi letta. È un’osservazione che vale in generale, che vale per l’intera trama di significati cristiani che sorregge la visione dantesca, ma che trova un terreno privilegiato di confronto sul terreno della giustizia, e in particolare, della pena. È intorno alla domanda sul senso della punizione e della pena che Adinolfi proverà a riflettere.

Antonio Del Castello è docente di materie letterarie nella scuola secondaria di secondo grado e docente a contratto di Letteratura italiana presso l’Università di Napoli «Federico II». Ha pubblicato studi sull’accidia nel pensiero teologico tardoantico e scolastico, sul peccato originale nella Vulgata e nelle Confessioni di sant’Agostino, sul rapporto tra la predicazione francescana e l’opera di Dante. È redattore della Rivista di studi danteschi.

Secondo Del Castello, l’inferno dantesco si presenta al lettore come un formidabile congegno penale, razionale ed efficiente. Che rapporto c’è tra questa costruzione fantastica e la realtà dell’azione penale dei pubblici poteri dell’epoca di Dante? Quanto la logica del «cieco carcere» dantesco deve alla riflessione giuridica del tempo e quanto invece essa prefigura i sistemi penali moderni?

A seguire, alle ore 19.30, si terrà una Lectura Dantis a cura degli attori del Consorzio Teatro Irpino.

Gli eventi sono organizzati nel pieno rispetto delle normative anti – covid, con ingressi contingentati e certificazione verde. Info e prenotazioni: comunicazione@fondazionesistemairpinia.it 


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