Cronaca

Ad un anno dalla scomparsa, il corteo per Roberto. Don Vitaliano: "Riflettiamo tutti sulla violenza tra i giovani"

L’11 gennaio dello scorso anno il giovane 21enne di Mercogliano, accoltellato nelle prime ore del 2023, ha smesso di lottare. Troppo profonde le sue ferite, così come quelle che hanno lacerato la comunità mercoglianese

"Sarai lontano dai nostri occhi ma mai dal nostro cuore". Questo lo striscione che ha accompagnato la famiglia e gli amici di Roberto nel corteo silenzioso capeggiato dalla sua gigantografia. L’11 gennaio dello scorso anno il giovane 21enne di Mercogliano, accoltellato nelle prime ore del 2023, ha smesso di lottare. Troppo profonde le sue ferite, così come quelle che hanno lacerato la comunità mercoglianese, gettandola nello sconforto per una giovane vita spezzata dalla violenza. La stessa comunità che oggi, ad un anno dalla sua scomparsa, lo ha ricordato con un corteo silenzioso e la celebrazione religiosa.

Il silenzio ha avvolto la parte bassa di Capocastello ed ha accompagnato centinaia di persone dalla casa dei Bembo alla chiesa della Santissima Annunziata, dove è stata celebrata la funzione religiosa. "Un anno di dolore, rabbia, di richiesta di giustizia. Dal sangue di Roberto, per tutti noi una grande sofferenza, sono nati anche momenti di condivisione come questo". Così Don Vitaliano Della Sala, sempre vicino alla famiglia e agli amici di Roberto, dopo l'abbraccio con i genitori del ragazzo, ha accolto la comunità in chiesa. Ai piedi del volto di Roberto, posto di fianco all'altare, di fronte ai banchi di una chiesa gremita, un fascio di fiori dalla Curva Sud.

Un anno di dolore, ma anche di riflessione

"Un anno senza Roberto ha significato innanzitutto sofferenza per la famiglia - ha raccontato il parroco - ma ho visto che c'è anche un bel gruppo di ragazzi che continua testardamente, in senso positivo, a ricordarlo ogni giorno organizzando qualcosa per lui. Un anno fatto di dolore, ma anche di impegno, anche da parte della famiglia, persone straordinarie che reagiscono con maturità alla sofferenza. Una testimonianza per tutti noi".

Le iniziative che portano il volto di Roberto sono sempre caratterizzate dal silenzio, a dimostrazione che non serve far rumore per chiedere giustizia e ricordare un giovane ragazzo strappato alla vita in modo atroce. "Il silenzio parla. Di fronte a certe cose le parole non servono a nulla - ha proseguito Don Vitaliano -. E forse il silenzio denuncia ancora di più la violenza che serpeggia tra le nuove generazioni. Molti ragazzi pensano di poter risolvere con la violenza controversie e problemi e questo deve farci interrogare. E poi il silenzio denuncia anche l'approssimazione delle autorita nella gestione di questa tragedia: la carcerazione, poi la scarcerazione. Senza voler criticare nessuno, questa è l'occasione per fare una bella riflessione tutti insieme, proprio come gli amici di Roberto ci stanno insegnando a fare. Una riflessione sulla violenza delle nuove generazioni ma anche in quelle più adulte, anche per la magistratura che, spesso, si ritrova a dover modificare le inchieste per un cavillo".


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