Sapore d'Irpinia

Un rito propiziatorio antichissimo: ecco perché a Capodanno si mangiano lenticchie

I romani usavano regalare ai propri cari la 'scarsella', una borsa di cuoio piena di lenticchie da legare alla cintura

Per buon augurio la notte di San Silvestro un buon piatto di lenticchie va mangiato. Nonostante il banchetto consumato sia stato ricco ed abbondante allo scoccare della mezzanotte un po' per superstizione, un po' per tradizione si consuma il tipico rito propiziatorio.
Un rito assai antico, perché le lenticchie sono il  il primo legume coltivato dall'uomo: si producono dal 7000 a.C. e i Greci e i Romani ne erano ghiotti. Già in epoca romana si faceva dono ai propri cari della scarsella, ovvero una borsa di cuoio da legare alla cintura che conteneva, appunto, lenticchie.
L’augurio era che si trasformassero in monete sonanti durante l'anno. Il motivo è da ricercare in due ragioni: nella forma rotonda ed appiattita che ricorda le monete d'oro e nella cottura, che ne fa aumentare il volume fa pensare ad un accrescimento, quindi ad una ricchezza crescente. 
Ma c'è un'altra ragione dietro la trazione di San Silvestro ed è da attribuire al valore nutrizionale del legume: ricca di proteine, ferro, sali minerali e vitamine, la lenticchia era considerata una vera ricchezza per i ceti meno abbienti che non potendo acquistare carne, durante il freddo inverno grazie alla scarsella potevano assicurarsi una buona riserva di cibo.