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Dimensionamento scolastico Forino e Contrada, un genitore: “La sconfitta parte da più lontano”

I plessi di Contrada, stando al dimensionamento previsto per l’anno scolastico 2024/2025, vanno accorpati all’IC “Aiello del Sabato”, mentre le classi di Forino faranno capo all’IC di Serino

Può la scuola essere considerata solo numericamente parlando? Può un istituto, che da molti anni unisce la storia, la cultura e l'istruzione di due comuni, essere smembrato dalla Legge sul dimensionamento scolastico e da un piano presentato dalla Regione, senza tener conto delle esigenze di alunni e genitori?

Sono solo alcune delle domande che si pongono il personale scolastico e i rappresentanti dei genitori degli alunni dell’Istituto Comprensivo “E. Botto Picella” di Forino e Contrada che, non raggiungendo un certo numero di alunni iscritti, rischia di essere diviso: i plessi di Contrada, stando al dimensionamento previsto per l’anno scolastico 2024/2025 presentato dall'Assessora regionale all'Istruzione Lucia Fortini, vanno accorpati all’IC “Aiello del Sabato”, mentre le classi di Forino faranno capo all’IC di Serino. L'accorpamento, dunque, con comuni territorialmente distaccati, così come distaccati, di conseguenza, saranno i servizi degli uffici scolastici.

Ma la scuola è fatta soprattutto di persone e non soltanto di numeri, così come intesa invece dalla Legge n. 197/2022 che disciplina il dimensionamento della rete scolastica e che, attraverso il piano regionale, vedrà la divisione, tra gli altri, di un istituto che unisce da tempo alunni e famiglie dei due comuni irpini.

La riflessione di un genitore: "È mancata l'autorevolezza politica dell'amministrazione comunale"

“Una pagina infelice per la comunità forinese”, così l’ha definita l’ex consigliere comunale nella prima consiliatura Olivieri, all’epoca delegato all’istruzione e plessi scolastici, e oggi rappresentante di classe dei genitori, Federico Perna, che ha scritto una lettera aperta dove propone la sua riflessione rispetto al passato, al presente e al futuro dell’IC “E. Botto Picella”: 

“Non approvo per niente il lavoro svolto, anzi non svolto, dall’attuale amministrazione comunale in particolare sulla scuola, ma anche su tutto il resto, perché non ha avuto la forza, la sostanza e forse neanche la volontà, di sostenere non la centralità, come alcuni immaginano, ma l’unità almeno nella scuola locale. Non esisterà più l’Istituto Comprensivo che univa i due comuni che anticamente erano un solo corpo: Forino e Contrada. Dopo il dimensionamento scolastico in corso, studiato da altri livelli istituzionali e pensato da quei geni al governo di Roma, l’unità era ancora possibile, auspicabile, persino sostenuta da entrambe le amministrazioni di Forino e Contrada fino a poche settimane fa. Gli atti amministrativi sono stati fatti da tutte le parti in causa, Contrada, Forino, scuola locale compresa, per prendere posizione, ma si sa che gli atti da soli non bastano se non sono supportati da un disegno politico. Quel che è mancata a Forino è appunto l’autorevolezza, lo spessore e la dialettica politici. È mancata la politica, insomma. O forse non c’è mai stata”.

“Il comune di Contrada - prosegue Perna - ha lavorato sicuramente per un’altra strada, che non condivido, ma rispetto. Non sono bastate le intenzioni dei nostri. Ci vogliono gli attributi politici per sedersi a un tavolo e fare prevalere una tesi piuttosto che un’altra. È evidente che questa cosa è mancata a Forino. Possiamo, se vogliamo, dare la colpa all’amministrazione di Contrada per presunto abbandono del campo, ma sarebbe ingiusto attribuire alle scelte di altri il nostro fallimento. Totale direi, perché non riguarda solo l’epilogo triste, ma un insieme di decisioni mai prese, visioni mancate o inesistenti, priorità stravolte e credibilità zero. Proprio a cominciare dalla scuola. Partendo da non molto lontano é evidente il fallimento a Forino. Più evidente ancora è l'abbandono istituzionale della scuola di Forino. La poca importanza data si percepisce su tutti i fronti. Zero strategia, zero visione. Solo mere imbiancate alle pareti e promesse date a bere. Per non parlare dell'inesistenza della presenza Amministrativa rispetto ai rapporti tra Comune, scuola e cittadini”.

Una sconfitta che parte da più lontano

“La scuola non è questo - sottolinea -. Non si gioca col futuro dei bambini e dei ragazzi. Già il fatto di trascurare l’ipotesi di inserire in quel di Petruro l’idea del nido per recuperare un pezzo di comunità lasciato a sé stessa, preferendo un palazzone ex Municipio da adattare al caso, rende l’idea di cosa stiamo parlando. Chiudere un plesso dell’infanzia per fare dei lavori di riqualificazione e spostare le quattro sezioni in un plesso di Primaria. Aule tolte alle esigenze dei ragazzi più grandi e adattate per quelli più piccoli. Ci può anche stare nell’emergenza. Ma per quanto tempo? Sarà lunga la cosa, credeteci. Pur di mettere qualche migliaiata di euro su un edificio di cinquant’anni si scavalcano le esigenze vere della gente. Ma non vi è sfiorata l’idea di abbattere e ricostruire? Comuni molto più piccoli di Forino sono precipitati in milioni di euro del PNRR. A noi, nessuno ci ha spinto in questa montagna di soldi da spendere. Siamo proprio sfortunati”.

“Poi ci sono i ragazzi più grandi, quelli delle medie - Perna continua a raccontare la sua sulla situazione scolastica di Forino -, anche loro devono fare attività motoria e sono stati spesi anche dei soldi per rimettere in sesto una palestra. Solo che ora è chiusa, interdetta ai ragazzi. La scuola ne ha proibito l’uso con tanto di motivazioni sulla sicurezza. Ha rimandato la palla al padrone di casa, che però non ha pensato di mettere mano, così se la scuola non vuole usare la palestra per le sue attività, può essere data alle associazioni per farci le attività e le manifestazioni, come già facevano prima insieme alla scuola: ma il pericolo non c’è più se la palestra la usano in deroga le associazioni?”.

“Questo e altro ancora potrebbe essere detto - conclude il rappresentate dei genitori di una delle classi dell’Istituto che rischia di essere smembrato - ma il paradigma sarebbe identico per ogni questione, dal dissesto idrogeologico alla questione ambientale, dal PUC alle relazioni Istituzionali intercomunali, dalla viabilità al decoro urbano. E poi lo sport, il sociale, la storia e la memoria”.


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